“Papa Francesco dà un colpo d’ala alle nostre vite, per andare al di là di bisogni e desideri, oltre la propria autorealizzazione. Io ‘sono’ una missione, e non semplicemente io ‘ho’ una missione; la prospettiva viene radicalmente rovesciata, si passa dal piano dell’avere al piano dell’essere. Essere una missione richiede coraggio, audacia, fantasia e voglia di andare sempre oltre”. Lo scrive mons. Domenico Dal Molin, direttore dell’Ufficio nazionale Cei per la pastorale delle vocazioni, in una nota pubblicata dal Sir alla vigilia della Giornata di preghiera per le vocazioni. L’invito evangelico “Non temere… io sono con te!”, per mons. Dal Molin “è una benedizione di Dio che si fa incoraggiamento costante e appassionato per poter andare oltre le paure che rinchiudono in se stessi e paralizzano ogni desiderio di bene”. “Gesù invia in missione chi ha condiviso con lui sogni e realtà, forza e debolezza, bellezza e gratitudine”, prosegue il direttore, evidenziando che “Egli affida questo compito a chi gli ha consegnato, senza riserve, la propria vita; prima di avere il Vangelo sulle labbra, i discepoli sono chiamati a custodirlo nel cuore”. “È bello sapere che ogni giorno Dio accarezza la nostra paura, ci rimette in piedi instillandoci una goccia di coraggio: ‘Alzati, va’ e non temere’”, aggiunge Dal Molin, certo che “lo ripete anche a noi timorosi e a volte sfiduciati, per ritrovare, giorno dopo giorno, l’infinita pazienza di ricominciare”.
Domenica 8 maggio Giornata di preghiera per le vocazioni 2017: la missione richiede coraggio, audacia e fantasia