La poetessa Ada Negri (1870-1945) spesso racconta l’attesa dell’incontro con il grande amore, il grande dono della vita.
Nella poesia «Ritorno per un dolce Natale» la madre attende il figlio soldato la notte di Natale, certa che ritornerà.
Chiede di lasciare socchiusa la porta. L’arrivo del figlio è, ad un tempo, l’incontro con Cristo, con quel Dio
che si è rivelato in fattezze umane e che si rende incontrabile nuovamente anche nel volto di ogni uomo.
Scrive la poetessa:
Disse la madre: Lasciate socchiusa la porta, ch’egli verrà./
Fu lasciata socchiusa la porta: egli entra, disceso dall’eternità./
Per strade di neve e di fango gli fu guida la stella in cammino/
nei cieli sol quando rinasce, dentro una stalla, Gesù Bambino./
Riaccosta l’uscio in silenzio, appende in silenzio il gancio al mantello.
Il figlio allora siede in mezzo alla famiglia, tenendo sulla fronte l’elmo per non svelare quanto gli è accaduto.
Allora il giovane interroga i familiari:
Mamma, perché non ti vedo la veste di raso dal gaio colore?/
-È in fondo all’armadio, è in fondo all’armadio/
domani la metto, mio dolce amore./
– Babbo, perché così curvo, perché tante rughe intorno ai tuoi occhi?/
– Son vecchio, ormai: vecchio e stanco; ma tutto passa, se tu mi tocchi:/
– Sorellina dal piede leggero, perché un nastro nero fra i riccioli biondi?/
– T’inganni, ha il colore del cielo, ha il colore dei mari profondi.
Rintoccano le campane della mezzanotte. Il figlio allora
dal capo l’elmetto, piamente, con gesto pacato./
Scoperta arderà in mezzo alla fronte l’ampia stimmate sanguinosa:/
corona di re consacrato, fiamma eterna, divina rosa.
Nella sofferenza dell’uomo si compie nuovamente la sofferenza del Cristo, offerta per la nostra redenzione.
Il mistero della nascita racchiude in sé il mistero della passione e della resurrezione.