Il messaggio di Giovanni Battista costituisce la parte fondamentale dell’Avvento: «Preparate la via al Signore». I punti specifici e la concretezza di tale messaggio si trovano sviluppati nella seconda e terza domenica, nella terza settimana e nei giorni 19, 21, 23 e 24 dicembre. Se volessimo esporli, dovremmo rifarci alle pagine corrispondenti; per il mo-mento ci limiteremo a presentarne un riassunto.
1) Convertitevi. È l’obiettivo da raggiungere, con quanto la conversione comporta co-me mutamento di mentalità alla luce della parola di Dio e come adeguamento dei nostri criteri a quelli del Signore; insieme a un cambiamento del cuore, perché i nostri atteggia-menti e comportamenti siano quelli che esige il regno di Dio e che Cristo viene a stabilire come regno di salvezza. Il momento culminante di questo processo dovrebbe essere costituito dalla celebrazione della penitenza.
2) Atteggiamento penitente. Non si tratta tanto di fare penitenze e sacrifici, quanto di adottare l’austerità, la sobrietà e la semplicità come forma di vita. Dominare quanto ci porta a eccedere nelle abitudini e nei costumi, come negli atteggiamenti e nei comportamenti, sarà la miglior penitenza per appianare i sentieri.
3) Sincerità, autenticità. Il Battista è durissimo nel denunciare l’ipocrisia dei farisei e dei sadducei, come poi lo sarà il Signore. Annuncia che Dio userà la scure con «ogni albero che non produce frutti buoni», che sarà «tagliato e gettato nel fuoco»; e con il «ventila-bro pulirà la sua aia e raccoglierà il suo grano nel granaio, ma brucerà la pula con un fuoco inestinguibile» (Mt 3,10.12).
4) Frutti della conversione. In positivo, la condivisione: «Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto» (Lc 3,11). Sempre in positivo, anche se espressa negativamente, l’onestà («Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato», Lc 3,13) e la giustizia («Non estorcete niente a nessuno» Lc 3,14).
Tuttavia, oltre al messaggio espresso in parole, Giovanni Battista ne trasmette uno eloquente attraverso due modi di operare, frequentemente presentati come aneddoti.
a) Fede Purificata nella Prova. Quando Giovanni invia i suoi discepoli a chiedere a Gesù: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo attenderne un altro?» (Mt 11, 3) sta pensando alla prova di fede cui si vede sottoposto. Gli schemi mentali che aveva concepito riguardo al Messia non corrispondono a ciò che raccontano di Gesù di Nazaret. Infatti di-cono che non condanna ma perdona; non è implacabile ma comprensivo; non impone ma invita; non abbatte come un giustiziere ma ama fino alla tenerezza. Allora Giovanni cerca, chiede, consulta… e accetta i piani di Dio che non coincidono con i suoi. Una grande lezione di fede e un buon sostegno per la fede dei discepoli.
b) Testimonianza sino alla fine. Non ci riferiamo alla sua morte che è solo il sigillo finale. La firma l’aveva messa prima, accettando la conclusione del suo ruolo. «Compito difficile -continua A. Nocent quello di essere presente al mondo, fermamente presente fino al martirio, come Giovanni, e non mettere davanti un’istituzione invece della stessa persona di Cristo! Ruolo missionario sempre difficile quello di annunciare la buona novella e non una razza, una civiltà, una cultura, un paese: “Egli deve crescere e io diminuire” (Gv 3,30). Annunciare la buona novella e non una determinata spiritualità, un certo or-dine religioso, un certo movimento cattolico speciale, una certa chiesuola; come Giovanni, mostrare ai nostri discepoli dove sta per essi “l’Agnello di Dio”, e non impossessarsene, come se dovessimo essere noi stessi la loro luce».
Certo, deve essere difficile accettare e compiere questa missione, e infatti alcuni discepoli di Giovanni costituirono comunità proprie e si opposero alle prime comunità cristiane. I vangeli, che riflettono i problemi delle comunità apostoliche, ci offrono vari indizi di questa opposizione. Per esempio la domanda sul perché i discepoli di Giovanni digiuna-vano e quelli di Gesù no. Deve essere molto difficile saper restare al proprio posto, poi-ché la Chiesa di oggi è piena di protagonismi e persino di settarismi, che non assomiglia-no in nulla alla testimonianza di Giovanni né all’atteggiamento evangelico.