Oggi si celebra l’amore di Cristo in uno dei suoi discepoli a lui più vicini.
p. Mario Venturini lo scelse come uno dei patroni dell’Opera da lui fondata. Giovanni Figlio di Zebedeo era diventato l’amico più caro di Giovanni e aveva condiviso con lui le gioie più intense e i dolori più profondi, era quel Dio che, come diceva l’Antico Testamento, non si poteva guardare senza morire. Eppure, giorno dopo giorno, Giovanni aveva guardato Gesù, come l’aquila guarda il sole – tale era una credenza degli antichi cristiani – e aveva visto in lui un Dio il cui sguardo e il cui contatto danno la vita. Aveva spesso sentito la sua voce, ascoltato i suoi insegnamenti e ricevuto, per suo tramite, parole provenienti dal cuore del Padre. Aveva mangiato e bevuto con lui, camminato al suo fianco per molti chilometri, spinto da un irresistibile amore, che l’avrebbe portato inevitabilmente non al successo, ma alla morte: eppure, in ogni istante, aveva saputo che era quello il vero cammino di vita.