Al momento dell’arresto, Gesù salva i suoi discepoli affinché non si perdano (cf. Gv 18,9).
– Durante l’interrogatorio del sommo sacerdote Anna e di Caifa, Pietro rinnega Gesù, mentre si riscaldava attorno al fuoco che era stato acceso dai servi e dalle guardie durante l’interrogatorio di Gesù. Non sarà che quel fuoco – quasi come una piccola presenza “sacramentale” – evochi discretamente l’amore appassionato del Signore? Così nel Cantico dei Cantici: «Mettimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio; perché forte come la morte è l’amore, tenace come il regno dei morti è la passione: le sue vampe sono vampe di fuoco, una fiamma divina!» (Ct 8,6).
– Durante l’interrogatorio, Pilato presenta ai capi dei sacerdoti e alle guardie Gesù con la corona di spine e il mantello di porpora, dicendo: «Ecco l’uomo!» (Gv 19,5). Alla fine dell’interrogatorio lo presenta ai Giudei, dicendo: «Ecco il vostro re!» (Gv 19,14). Le due espressioni sono correlate: nell’umanità di Gesù si manifesta la sua autentica regalità, per nulla assimilabile alla regalità dei re e dei governatori di questo mondo (cf. Gv 18,36-37), perché la sua regalità è al servizio della testimonianza della verità, vale a dire, della rivelazione e manifestazione concreta della fedeltà di Dio e del suo amore per l’umanità. È questa la verità che ci spoglia da ogni forma di idolatria del potere e ci rende veramente liberi in questo mondo (cf. Gv 8,32).
– Nel momento in cui muore, Gesù consegna lo Spirito (cf. Gv 19,30), come compimento della missione che il Padre gli ha affidato. È lo Spirito del Padre che lo ha sostenuto nel cammino della vita. È lo Spirito Amore, il Paràclito, che ha ispirato le sue scelte e le sue azione, che lo ha aiutato a discernere la volontà e i comandamenti del Padre, a discernere la sincerità dalla menzogna.
Questo stesso Spirito oggi viene consegnato e infuso dentro di noi, come “Paràclito”, come “colui che è chiamato a stare accanto a noi” a difenderci e a sostenerci nel cammino della nostra vita, anche nei giorni più difficili della nostra esistenza, come quelli che stiamo vivendo in questi mesi.