Sull’orlo del pozzo

Cristo, tu hai santificato il dolore umano con la tua vita e con la tua parola. Tu, stanco per il camminare e sbattuto dalla fatica, ti sei buttato giù a sedere e a riposare sull’orlo del pozzo di Sicar. Tu hai detto: «S’e il chicco di frumento, affidato alla terra, non muore, rimane solo…». Hai detto: «Voi piangerete e avrete da tribolare; il mondo, invece, si divertirà». Hai detto ancora: «Se uno vuole venire dietro a me, la smetta di pensare solo a se stesso, prenda quotidianamente la sua croce in santa pace e mi segua».
Per mezzo dei tuoi apostoli ci hai ripetuto: per essere meno indegni di entrare nel regno della vita, bisogna passare attraverso molte tribolazioni. Gesù, i tuoi seguaci hanno con-fermato questa via come quella ‘règia’ per entrare nell’eternità, dove ritroveremo le tribolazioni della vita presente trasformate in gloria e tu ci hai assicurato: «Fatevi coraggio, questa gloria eterna nessuno ve la potrà rapire!».
Ci crediamo, Gesù!
Ma tu aiutaci a tirar avanti nelle molte tribolazioni e stanchezze quotidiane.
Aiutaci almeno a saper sopportare la pesantezza, il ‘martirio bianco’ della quotidianità.
Aiutaci a saper sopportare la vita con le sue sconfitte e delusioni, con le sue angosce e i problemi.
Crediamo, Signore, ma aumenta in noi la fede, affinché credendo di più, speriamo an-che di più: e sperando di più amiamo anche di più!
Così è e così sia!

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